Un bambino che urla, si butta a terra o rifiuta con forza qualcosa non sta necessariamente “facendo i capricci”. Molto spesso, sta comunicando con gli strumenti che ha a disposizione, in un linguaggio ancora tutto da decifrare.
Capire cosa si nasconde dietro un comportamento apparentemente “fastidioso” è il primo passo per costruire una relazione educativa basata sull’ascolto, sulla regolazione e sulla fiducia reciproca.
Quando il comportamento è un messaggio
Il comportamento non è altro che la parte visibile di un bisogno invisibile. Ecco alcune possibili letture alternative ai classici “capricci”:
- Urla e pianti → bisogno di attenzione e contenimento
- Opposizione → desiderio di controllo o autonomia
- Comportamenti regressivi → richiesta di rassicurazione
- Eccessiva agitazione → sovraccarico sensoriale o emotivo
Ogni comportamento ha una funzione. Il nostro compito non è solo gestirlo, ma comprenderlo.

Cosa osservare nei momenti critici
Per andare oltre l’apparenza, è utile domandarsi:
- Cosa è successo prima del comportamento? (scatenante)
- In quale contesto avviene più spesso?
- Come rispondo io? E come si sente il bambino?
- Il bambino è affaticato, affamato, sovrastimolato?
La consapevolezza adulta è il primo regolatore del comportamento infantile.
Strategie educative efficaci
- Usare strumenti visivi (timer, immagini, sequenze) per i bambini più piccoli
- Dare un nome all’emozione: “Vedo che sei arrabbiato perché non vuoi smettere di giocare…”
- Offrire contenimento fisico ed emotivo: mantenere la calma, essere presenti
- Proporre scelte limitate: “Vuoi mettere prima le scarpe o il cappotto?”
- Creare routine prevedibili che diano sicurezza
Un esempio reale
Samuele, 2 anni e mezzo, si lancia spesso sul pavimento urlando quando deve uscire dal bagno. Dopo varie osservazioni emerge che il passaggio dal caldo del bagno al corridoio lo destabilizza. Introducendo una routine visiva e un passaggio graduale con una copertina preferita, l’episodio si riduce drasticamente.
→ Non era solo un capriccio. Era un bisogno non compreso.
Domande stimolo per adulti e educatori
- Come posso diventare io il suo regolatore esterno, finché non saprà farlo da sé?
- Riesco a distinguere tra comportamento e intenzione?
- Quando vedo un bambino “difficile”, riesco a chiedermi cosa sta vivendo?
❤️ Con mente e cuore…
Nel caos del pianto, tra le urla e il “no!”, si nasconde un bambino che ha bisogno di te.
Di uno sguardo che sappia accogliere, di una presenza che non si spaventi, di una guida che non reagisca ma risponda.
psicologa.nellyaloisi@gmail.com